Wall decoration (extant)
Description
Margareta Staub Gierow
Mau 1877, 66 ff.:- "La camera seguente, che, essendo aperta sul portico in tutta la sua larghezza (3,58), potrebbe anche chiamarsi exedra, é profonda m. 3,87 e dipinta anch´essa nell´ultimo stile, però con gusto migliore che la camera antecedente; il fondo, al´infuori dello zoccolo, é rosso. Il pavimento é di musaico bianco e nero, con ornate anche di dischi di marmo.
Vi si trovano le seguenti pitture di esecuzione mediocre:
42. In mezzo al muro sin., a. 0,67, l. 0,63: Danae in Sefiro; cf. Helbig Wandgem. 119 sgg.; Bull. 1871 p.180; 1875 p. 237. Il quadro rassomiglia al n. 119. Danae (a sin.) é vestita d´una tunica di color bianco che dá nel paonazzo con orlo giallo, le cui pieghe, com´anche i capelli, mostrano l´umiditá ; sta seduta sopra una veste verde, la quale anche, cuoprendo il seno e l´avambraccio d., serve come di coltre al fanciullo; gli occhi di Danae sono abbassati. De´ pescatori quello anteriore, con exomis verde e cappello giallo, ha sulla spalla sin. un lembo d´una veste bianca; regge nella mano sin. abassata una verge e stende la d. leggermente alzata verso Danae con un gesto di sorpresa e di compassione; nelle forme e nella positura si scorge l´intenzione di raffigurare un uomo di bassa condizione. L´altro regge con ambedue le mani un timone appoggiato sulla cassa e sulla spalla d. Lo sfondo a sin. é formato d´una roccia di color rossastro, com´anche quella sulla quale siede Danae; a d. é di color turchin-grigio, rappresentante senza dubbio il mare e il cielo torbido. Il medesimo colore é visibile sotto la cassa, che é sorretta sia da piedi, sia dalle tavole de´ lati corti prolungati in giù: essa dunque sta nel mare.
43. In mezzo al muro di fondo, a. 0,68, l. 0,64: Marte e Venere. Venere, cui una veste paonazza, foderata da turchino, avvolge le coscie in quella maniera tanto prediletta sui quadri dell´ultima epoca di Pompei, coprendo anche l´avambraccio sin., ornata di diadema, doppi braccialetti, due anelli all´annulare e mignolo della mano sin., i piedi muniti di sandali con nastro verde, sta seduta sopra una roccia, le gambe verso sin., la d. posata, la sin. stesa. Ella verso d. s´appoggia a Marte, sulla cui coscia d. mettte il gomito sin., mentre alza la d. sopra la testa, per tirar sú - come pare - un velo. Marte - vestito di manto bianco che gli cuopre interamente la gambe e la spalla sin. col braccio - sta seduto un po´ più in alto; afferra colla sin. il braccio sin. di Venere, mentre colla d. allontana una veste d´un color fra il verde e il grigio, che ha coperto la parte superiore del corpo della dea e le avvolge ancora il braccio sin. - Quattro Amori contorniano il gruppo principale. Uno, che sta seduto fra i piedi delle due deitá , si occupa dell´elmo di Marte (dorato con cresta rossa-paonazza); un secondo sta in piedi sopra una roccia a sin. presentando a Venere una cassetta aperta; sopra una roccia più alta a d. sta un terzo, che regge con ambedue le mani la lancia, che però appoggia sul suolo appié della roccia, ove sul margine d. del quadro si scorge anche lo scudo; egli si china verso Marte e Venere, guardandoli con curiositá ; un quarto finalmente sta seduto ancora più in alto a sin.,le gambe coperte d´una veste, e regge sulle ginocchia la spada di Marte in fodera bianca con cinturino verde; anch´egli guarda il gruppo principale.
44. In mezzo al muro d., a. 0,67, l. 0,66: Arianna abbandonata. Ella é stata coricata, come pare, sopra una pelle velosa e un gran capezzale giallo con striscie rosse. Adesso si é messa a sedere ed appogiandosi sulla mano sin. avvicina alla bocca la d. Le gambe, coperte nella nota maniera d´una veste chiara, sono incrociate; é visibile il piede d. Ha il petto ornato d´una catena a ciondoli con pietra verde nel punto d´incrociamento. Vicino alla sua testa sta la nota figura alata, che colla sin. le tocca la spalla sin. e colla d. addita la nave visibile nella parte superiore del quadro a sin. e dipinta d´un color fra il bianco e il turchino, come un oggetto molto distante.La figura alata veste chitone cinto paonazzo; le ale sono formate di penne. - Ai piedi d´Arianna sta Amore, veduto di faccia e piange, la d. all´occhio, mentre la sin. abbassata regge l´arco. - Nel´estremitá sin. si scorge un timone appoggiato ad una colonna.
45-47 Medaglioni con busti, d´esecuzione mediocre; diam. 0,22.
45. Muro sin.: Baccante (s.) e Satiro (d.), tutti e due coronati, egli di pino, ella di bacche gialle, che sembrano uve. Ella porta alla spalla d. il tirso e mette la mano sin. sulla nuca di lui; egli l´abbraccia almeno col braccio sin. che é solo visibile; si guardano vicendevolmente negli occhi. Egli é di statura più minuta e in ogni riguardo rappresentato da giovanetto; guarda la Baccante con ammirazione, senza però che nelle sua fisionomia si manifesti un´espressione appassionata, come p. es. in quella de´ Satiri descritti Bull. 1876 pag. 165 s.n. 10. 11. Ed é corrispondente l´espressione nel viso della Baccante, che lo guarda con una certa benevolenza, ma un po´ dall´alto al basso.
46. Muro di fondo a sin: Satiro e Baccante. La pittura é mal conservata; si vede però che si abbracciano, e ch´egli guarda a lei, ella fuori del quadro.
47. Muro di fondo a d: Paride con Amore. Paride veste chitone verde e clamide bruna (visibile alla spalla sin.), berretto verde con orlo giallo, e regge un pedum appoggiato alla spalla sin. Porta orecchini ed ha i capelli scendenti nella nuca. Il suo sguardo é diretto a d. in giù, senza che nel viso si scorga alcuna espressione. Sopra la sua spalla sin. é visibile la testa ed il petto d´Amore che lo guarda e colla sin. gli carezza il mento.
48. 49. Sopra ai medaglioni trovansi piccoli quadretti monocromi in verdemare, però poco riconoscibili. Sul muro sin. a sin. si distingue un paesaggio con tempietti, sul muro di fondo a d. pesci nuotanti nell´acqua."
Die drei Wände der exedra zeigen ein recht einheitliches Dekorationsschema. Die 0.65 m hohe Sockelzone ist schwarz, die 2.05 m hohe Mittelzone weist an allen Wänden Rot als Grundfarbe auf, so wie auch die Oberzone, deren ursprüngliche Höhe nicht mehr bestimmbar ist. Die Mittelzone ist jeweils in drei Felder geteilt, von denen das mittlere, welches wie eine Ädikula gestaltet ist, bis in die Oberzone hinaufreicht (deutlich erkennbar an der O- und W-Wand, während dieser Abschnitt an der N-Wand heute fehlt). In diesen Feldern befand sich je ein rechteckiges Bild, von denen diejenigen der N-Wand (Mars-Venus) - in ziemlich gutem Zustand -, und der O-Wand (Ariadne auf Naxos) - beinahe gänzlich zerstört und verblichen -noch in situ sind. Dasjenige der W-Wand (Danae in Sephiros) wurde ausgeschnitten und befindet sich heute im Magazin des Nazionalmuseums von Neapel (Inv.Nr. 111212). Die Seitenfelder waren mit doppelgerahmten Tondi dekoriert, ausser, natürlich, das rechte Feld der O-Wand, welches grösstenteils von der Türöffnung zum tricliniump beansprucht wird.
N-Wand.
Sockelzone: Der untere Teil besteht aus einer 0.14 m hohen schwarzen Plinthe, die durch ein ca. 1 cm breites weisses Band von der ebenfalls schwarzen Sockelzone getrennt wird. Diese Zone ist in drei Felder geteilt, welche mit denjenigen der Mittelzone korrespondieren. An den Stellen, an denen sich sie seitlichen Abschnitte der gemalten Ädikulen befinden, sitzt in der Sockelzone je eine rechteckige, 0.24 m breite, 0.49 m hohe Partie, die oben und seitlich von 0.04 m breiten roten Bändern gerahmt wird. Die Bänder werden von schmalen weissen Linien gefasst. In diesen Partien sind zur Wandmitte hin gewandte, in Gelb und Weiss gemalte Flügelwesen. Dasjenige der rechten Partie, wahrscheinlich mit einem Löwenkörper, ist noch schwach erkennbar, während das Pendant links grösstenteils zerstört ist. Diese Abschnitte bilden die Trennung zwischen dem mittleren und den seitlichen Sockelzonenfeldern. Die seitlichen Felder, von denen das linke, westliche, am besten erhalten ist, sind 0.92 m breit. Eine einfache weisse Linie in 0.05 m Entfernung von der Ecke deutet einen farblich nicht abgesetzten Eckstreifen an. An die rotgerahmten Partien grenzt jeweils ein beinahe quadratisches, 0.30 m hohes, 0.26 m breites Feld (innere Masse). Diese werden an einer Seite von dem roten Band der angrenzenden Partie, oben und an der anderen Seite von weiss gefassten grünen, 0.03 m breiten Bändern gefasst. In diesen Feldern sitzt - nur links erhalten - ein kreisrundes Ornament, das in unterschiedlichen Gelb-, Grün-, und Ockertönen gemalt ist. Auf dem oberen grünen Band sieht man an der äusseren, rechten Ecke (im linken Feld = an der linken Ecke) ein kleines gelbes Ornament: Der Hauptteil ist volutenförmig eingerollt, aus ihm heraus wachsen weitere drei kleinere, ebenfalls volutenförmig gebildete Seitenzweige. Zwischen diesem Ornament, das einem Akroter ähnlich sieht, und der weissen Linie des Eckstreifens ist im linken Seitenfeld ein kleiner Rest einer feingliedrig gemalten Blattgirlande erhalten. Der ursprüngliche Verlauf der Girlande kann weder im linken noch im rechten Seitenfeld bestimmt werden. (Die Sockelzone ist teilweise sehr beschädigt, und zeigt an vielen Stellen Hack- und Kratzspuren, die wahrscheinlich bei der Ausgrabung entstanden sind.) Ausser dieser Blattgirlande befindet sich zwischen dem rechteckigen, rot-und grüngerahmten Feld und der Raumecke ein einfaches, gelbgemaltes Ornament: Zwei parallel zueinander verlaufende gelbe Linien in einem Abstand von 0.016 m voneinander durchqueren den schwarzen Grund. An der unteren Linie sitzt ein zusätzliches Ornament, das aus jeweils zwei untereinander verlaufenden regelmäsig gruppierten, leicht geschwungenen Linien mit einem tropfartigen Gebilde von der unteren Linie ausgehend, besteht.
Das mittlere Feld der Sockelzone ist zwischen den beiden rotgerahmten Abschnitten mit den Flügelwesen 0.95 m breit. Hier befindet sich in der Mitte ein grün gerahmtes, beinahe quadratisches Feld (B 0.22 m, H 0.26 m), dessen obere Rahmenseite jedoch leicht nach unten eingezogen wird. Der grüne Rahmen ist 0.026 m breit, und beiderseits von weissen Linien gefasst. In der Feldermitte sitzt eine gelbe Rosette, die aus einem Kreis mit einem Punkt im Zentrum und weiteren elf Punkten ausserhalb des Kreises besteht. Wahrscheinlich war dieses Ornament ursprünglich mit weiteren Details ausgestattet; kleine Spuren gelber Farbe und undeutliche Ritzlinien sprechen dafür - aber auch hier sind viele Kratzer, die den Befund verunstalten. Über den äusseren Ecken dieses rechteckigen Mittelfeldes sitzen ornamental gestaltete Akrotere, aus deren Mitte dünne Stäbe bis zur vollen Höhe der Sockelzone emporwachsen. Diese Stäbe haben eine tellerförmige Bekrönung, und in halber Höhe eine ausladende Manschette. An diesen Manschetten sind dünne, hellrote Girlanden oder Tänien befestigt. Sie fällt jeweils in einem weichen Bogen zwischen dem inneren Rahmen der mit Flügelwesen verzierten Felder und der Manschette, ist zwischen den Stäben etwas straffer gespannt. Von dieser Tänie hinunterhängend gruppieren sich ähnliche, hier jedoch hellrote Ornamente, wie schon im unteren Teil der Seitenfelder beobachtet wurden. In 0.18 m Höhe oberhalb der Plinthe sind an den äusseren Seiten des rosettengeschmückten Feldes dichtgeflochtene Blattgirlanden befestigt. Auch sie enden an dem roten Rahmen des angrenzenden Abschnitts, in dem sich das Flügelwesen befindet. Diese Girlande wölbt sich nach oben, und wird an dem roten Rahmen von einer Schleife mit hinunterhängenden Bändern festgehalten. Weitere Dekorationselemente sind im Mittelfeld der Sockelzone nicht erhalten, in der ebenfalls zahlreiche Kratzer den ursprünglichen Befund verunklären.
Mittelzone: Ein heute an dieser Wand kaum noch identifizierbares Sockelgesims scheint die Sockezone von der Mittelzone getrennt zu haben. An dieser Stelle verläuft eine moderne Zementreparatur. Auch in den Ecken (N-W und N-O) befinden sich moderne Zementflickungen, wodurch Breite und Gestaltung ehemaliger Eckstreifen nicht auszumachen sind. Das Mittelfeld ist 1.21 m, das linke (W) Seitenfeld 0.98 m und das rechte (O) ebenfalls 0.98 m breit. Das linke Feld ist bis zur maximalen Höhe 1.27 m oberhalb des Sockelgesimses, das mittlere von 1.78 m, und das rechte von 1.33 m erhalten. Somit muss die Beschreibung der oberen Wandpartie ausfallen, und einige Beobachtungen in den erhaltenen Partien lassen sich nicht erklären.
Das Mittelfeld wird an beiden Seiten von drei Bändern begrenzt. Diese scheinen von aussen nach innen gelb (B 0.06 m), weiss? (B 0.05 m), und grün (B 0.05 m) gewesen zu sein. Es sieht so aus, als ob die Bänder von schmalen Linien in abweichenden Farben gefasst gewesen wären: Grün beiderseits des Gelben, Weiss entlang den Grünen lassen sich schwach erkennen. Es kann heute nicht beurteilt werden, ob es hier weitere Verzierungen gegeben hat, auch nicht in wie fern diese Bänder Bestandteile einer gemalten Architektur gebildet haben. Zur Mitte des Feldes hin befinden sich 0.12 m von dem grünen Band entfernt je ein weiteres, hier 0.02 m breites Band, welches wahrscheinlich als eine schlanke Säule zu interpretieren ist. Die Farbe ist verblichen. Auf dieser Säule, in 1.03 m Höhe über dem Sockelgesims ruht ein stilisiertes Gebälk von 0.08 m Höhe. Dieses scheint am oberen und unteren Teil ornamentiert gewesen zu sein, wie, aber, muss offen bleiben. Eine dünne weisse Linie unterhalb des Gebälks mit horizontalem, neben der Säule mit vertikalem Verlauf könnte die Andeutung einer Rückwand eines luftigen Gebäudeteils sein. Auch das Gebälk scheint nach hinten zurückzuweichen, und setzt sich zur Feldermitte hin fort, wo es von dem Mittelbild gleichsam verdeckt wird. Auch hier gibt es undeutliche Spuren ehemaliger Ornamente, vielleich einer Filigranbordüre. Eine gewisse perspektivische Wirkung wird dadurch erzielt, dass der mittlere, felderinnere Abschnitt des Gebälks etwas tiefer sitzt, als der "vordere", auf der Säule ruhende Teil. Diese Dekorationspartie ist im linken Abschnitt des Mittelfeldes am besten erhalten.
Genau in der Mitte des Feldes steht ein kurzer Kandelaber, welcher auf dem Sockelgesims fusst. Seine Gestaltung und Höhe sind heute unklar. Zwei, von den Felderseiten und zwar von dem gelben Band aus, in 0.22 m Höhe gemalte, und schräg nach oben führende dünne, gelbe Stäbe kreuzen sich genau an der Stelle, an welcher der Kandelaber steht. Der Abstand vom Sockelgesims bis zu diesem Punkt beträgt 0.27 m. Die Stäbe sind von je einem kleinen Blattzweig, der sich spiralenförmig nach innen rollt, verziert.
Weitere Dekorationselemente sind, abgesehen von dem 0.69 m hohen und 0.66 m breiten Mittelbild mit der Darstellung von Mars und Venus, in diesem Wandabschnitt nicht erhalten.
Seitenfelder: Die beiden seitlichen Felder waren identisch gestaltet. Eine Binnenrahmung in der Form einer Filigranbordüre läuft horizontal in 0.29 m Abstand von dem Sockelgesims, 0.13 m von dem gelben Band der Mittelfeld-Rahmung entfernt. Neben dem heute undeutlichen Eckstreifen besteht der äussere Rahmen des Seitenfeldes aus einer einfachen weissen Linie. Die Bordüre ist 0.04 m breit, und wird jeweils an der felderinneren Seite von doppelten, an der Aussenseite von einer einfachen Linie gefasst. Das Muster der vertikalen Bordüre besteht aus sorgfältig gemalten Palmetten, dasjenige des horizontalen Ornamentbandes besteht aus bogenförmigen, nach oben spitz zulaufenden Blattformen, welche eine halbe Rosette umschliessen. In den Zwischenräumen zwischen den Blattspitzen sitzt jeweils noch ein von Punkten umgebener Halbkreis. Hier fehlt der Punkt, welcher die Mitte der Rosette bildet. Dieses Muster ist aber an der N-Wand sehr undeutlich, und konnte nur durch den Vergleich mit der W-Wand erraten werden. Die Bordüren und die Fassungslinien sind alle in gelblicher Farbe auf dem roten Feldergrund gemalt.
Zwischen dem Sockelgesims und der horizontalen Bordüre befinden sich in der Mitte der Felder eine rechteckige, grün gerahmte Tafel. Der Rahmen ist 0.03 m breit, die Fläche innerhalb des Rahmens beträgt 0.21 m (H) x 0.08 m (B). Der Rahmen wird beiderseits von einfachen weissen Linien gefasst. In der Mitte dieser kleinen Tafeln sitzt jeweils ein gelbgemaltes Ornament. Dieses sieht aus wie einige von einer ovalen Öse hinunterhängende Bänder, deren Enden sich nach oben und unten kreuseln. An zentraler Stelle der beiden Seitenfelder befindet sich ein Tondo. Die Bildfläche hat ein Durchmesser von 0.22 m, und der aus zwei hellen Linien bestehende Rahmen ist 0.013 m breit. Das Bildmotiv lässt sich in beiden Fällen schwer definieren: Im linken Tondo sind Reste eines hellen Grundes und darauf stellenweise grüne Farbfragmente erhalten. Sie könnten von einem Efeukranz herrühren _ Mau sah hier Satyr- und Mänadenbüsten, schon damals aber in schlechtem Erhaltungszustand. Im rechten Tondo glaubt man, eine wieder auf hellem Grund gemalte Mänade mit zu ihrer linken Seite leicht geneigtem Kopf und einem Korymbenverzierten Efeukranz zu sehen: Es muss sich jedoch um die bei Mau erwähnte Paris-Amor-Gruppe handeln. Paris soll mit Ohrringen geschmückt gewesen sein; dadurch wollte der Maler, oder vielmehr die sicher benutzte Bildvorlage andeuten, dass es sich bei Paris um eine nicht-griechische Gestalt handelt.
Von der Mittelzone ist sonst nur noch in ca. 3.75 m Höhe über dem antiken Fussbodenbelag und in 0.95 m Entfernung von der N-W-Ecke des Raumes ein kleines Malereifragment erhalten: Auch hier ist der Grund rot, und darauf zeichnet sich die untere rechte Ecke eines hell gerahmten Feldes ab. Darüber, in ca. 4.12 m Höhe über dem antiken Fussboden, lief, als Trennung zwischen der Mittel- und der Oberzone ein Stuckfries, von dem in der rechten Wandhälfte noch ein Teil erhalten ist. Das Profil wird, von unten gesehen, aus einem, vielleicht roten Wulst, einer Kehle, einem weiteren Wulst und einer zweiten Kehle, einem dritten Wulst und darüber der breiteren Kehle, in dem sich das aus Lotusknospen und Palmetten bestehende Muster befindet, gebildet. Der Hintergrund des Lotus-Palmetten-Frieses scheint weiss zu sein, das Muster selbst zeigt stellenweise rote Farbreste.
Oberzone: Von der Dekoration der Oberzone ist lediglich eine maximal ca. 0.45 m hohe, etwa 1.65 m breite Partie gleich oberhalb des Stuckfrieses in der Wandmitte erhalten. Das einzige, heute erkennbare Dekorationselement ist der Rest eines seitlich von 0.035 m breiten Bändern gerahmten, etwa 0.40 m breiten Feldes, in dem ein Delphin abgebildet wird. Die Grundfarbe ist an diesem erhaltenen Teil der Oberzone, wie auch in der Mittelzone der Wand ein kräftiges Rot.
W-Wand.
Sockelzone: Die Sockelzone hat dieselbe Höhe wie diejenige der N-Wand. (Der heutige leichte Höhenunterschied - die Malereien der N-Wand sitzen etwa 0.05 m tiefer - erklärt sich durch eine fehlerhafte moderne Anbringung). Auch die durch eine weisse Linie gekennzeichnete Plinthe entspricht dem Befund der N-Wand. Das Dekorationsschema ist ebenfalls identisch, bis auf die Tatsache, dass sich im östlichen Teil des Sockels ein drittes rotgerahmtes Feld befindet. Hier sitzt aber nicht, wie in den übrigen Feldern (W-Wand, N-Wand und O-Wand) dieser Art ein geflügeltes Tier, sondern ein gelbgemaltes Ornament: Die Mitte besteht aus einer Rosette der üblichen Art ( von einem Kreis gerahmter Punkt und um den Kreis weitere, regelmässig verteilte Punkte). Oberhalb der Rosette sitzt ein kurzer Stiel, der sich teilt, und sich zu beiden Seiten bogenförmig nach unten biegt und in je zwei nach oben steigenden Spiralen endet. Von dem Punkt aus, an dem sich der Stiel teilt, ragt ein stabförmiges Gebilde, etwas breiter an der Basis, sich nach oben hin spitz verjüngend. Beiderseits dieses Stabes befinden sich vier, übereinander gemalte blattförmige Ornamente, während zwei weitere aus der Stabspitze schräg nach oben emporwachsen. Dieses Ornament wird unterhalb der Rosette spiegelbildlich wiederholt. Diese Abweichung von der Dekoration der N-Wand erklärt sich dadurch, dass die W-Wand, sowie auch die O-Wand, länger sind, und deswegen ein zusätzliches Feld angefügt werden musste, um die übrigen Dekorationsmuster unverändert beibehalten zu können.
In den beiden anderen rotgerahmten Feldern sind Reste der gemalten Flügeltiere zu sehen; links (S) Hinterbein und Schweif, vielleicht eines Löwens, rechts (N) Beine, Rumpf, Schweif und Flügel, die sich eventuell einem Pegasen zuordnen lassen.
Mittelzone: Während die Gestaltung der Sockelzone mit derjenigen der beiden übrigen Wände weitgehend übereinstimmt, zeigt die Mittelzone ein von der N-Wand leicht divergierendes Dekorationsschema. Der Erhaltungszustand dieser Malereien ist auch insofern besser, als grössere Partien an der Wand haften, wobei natürlich auch hier viele schadhafte Stellen vorkommen. Die Einteilung in drei, alle rotgrundige, Felder, wiederholt sich. Das mittlere Feld ist bis zur Höhe von maximal 3.20 m, das linke (S) Seitenfeld bis 2.95 m, das rechte (N) bis ca. 3.25 m oberhalb des antiken Fussbodens erhalten.
Das 1.20 m breite Mittelfeld und das rechte, 0.98 m breite Seitenfeld wiederholen die an der N-Wand gewonnenen Masse, während das linke Seitenfeld mit 1.25 m breiter ausfällt, als dasjenige der N-Wand (Vgl. Dekoration der Sockelzone mit dem zusätzlichen rotgerahmten Feld). Heute fehlt der äussere, südliche Rand sowohl der Malerei als auch des Wandputzes. Wenn die Dekoration, wie es zu vermuten ist, das gesamte Mauerwerk überzogen hat, kämen wir auf diesem Seitenfeld auf eine Breite von mindestens 1.36 m.
Das Mittelfeld wird auch hier an beiden Seiten von drei vertikal verlaufenden Bändern in den Farben Gelb, Weiss (?) und Grün begrenzt. Hier sieht es aber so aus, als ob das äussere gelbe als eine Säule - jedoch ohne Basis, und wohl auch ohne Kapitell - zu verstehen sei, denn darauf ruht ein kräftiges Gebälk, welches wiederum einen Dreiecksgiebel trägt. An mindestens einer Stelle an der linken Säule, und zwar 0.64 m - 0.72 m oberhalb des Sockelgesimses, zeigt sich eine charaktheristische Säulendekoration, die aus drei schmalen, um den Schaft gewundenen Bändern besteht. Die Säule ragt auch oberhalb des Gebälks weiter hinauf, und scheint Teil eines zweiten Stockwerks der Ädikula zu sein. Hier ist der Befund jedoch wegen Schäden an der Oberfläche der Malerei sehr verunklärt, und die ehemalige Gestaltung dieses zweiten Stockwerks kann nicht in Einzelheiten geklärt werden. Anders als an der W-Wand befindet sich neben dem gelben Band, bzw. der gelben Säule, ein grünes Band, welches im unteren Teil 0.11 m breit gewesen zu sein scheint, während es sich weiter oben (genau ab welcher Stelle kann heute wegen des schlechten Zustands nicht beurteilt werden) verjüngt, und von einem 0.04 m breiten weissen Band abgegrenzt wird. Diese Partie ist an der linken Seite des Mittelfeldes am besten erhalten, jedoch auch hier sehr beschädigt.
Das rote Feld, das unten von dem Sockelgesims, oben von dem auf den gelben Säulen ruhenden Gebälk, und seitlich von den Säulen, dem grünen und dem weissen Band gerahmt wird, könnte als Rückwand einer Ädikula interpretiert werden, hat jedoch eher den Charakter einer rein dekorationstragenden Fläche, in deren Mitte das heute ausgeschnittene Bild mit der Darstellung der Danae auf Sephiros gesessen hat. Kleine Ornamente schmücken zusätzlich dieses Feld: 0.12 m von den seitlichen Begrenzungen entfernt steht je ein überaus schlanker Kandelaber (?). Sie haben keine Basen, und scheinen im unteren Teil ganz ohne Verzierungen gewesen zu sein. Die mittlere Partie dieser Kandelaber fehlt an beiden Seiten, im oberen Teil lassen sich am Rechten zwei miniaturenhafte Tondi in einem Abstand von 0.09 m voneinander erkennen. Das obere befindet sich 0.10 m unterhalb der tellerförmigen Bekrönung des Kandelabers, welche sich ca. 0.20 m unterhalb des Ädikulagebälks befindet. Auf dieser Bekrönung sitzt je ein kleiner Singvogel mit dem Kopf zur Wandmitte gewendet. An dem flachen Teller ist ausserdem eine zierliche Blattranke mit regelmässig gruppierten Blättern befestigt, die sich in leichtem Bogen zur Wandmitte hin wölbt. An dem Punkt, an dem diese beiden Ranken zusammentreffen, sitzt eine kleine Tafel mit nach innen gezogenem oberen und unteren Rand und geraden Seiten. Es könnte sich dabei auch um eine Cornucopia mit der Öffnung nach rechts handeln. Darauf steht ein kleiner Blattstab mit volutenförmig eingerollten Seitenzweigen. Die Enden der Blattranken fallen von dem äusseren Tellerrand leicht geschwungen herab, und stossen an den Rand des weissen Bandes der seitlichen Ädikularahmung. Die Kandelaber sind gelb, die Verzierungen sowie die kleinen Vögel haben ihre ursprüngliche Farbe verloren, und zeichnen sich nur noch im Umriss ab.
Im unteren Felderabschnitt liegt 0.27 m oberhalb des Sockelgesimses ein blattgeschmückter Stab horizontal zwischen den beiden Kandelaberschäften. In der Mitte des Stabes sitzt ein kleiner Kranz, von dem zwei kurze Tänien nach unten hängen.
Oberhalb des heute kaum erhaltenen Gebälks und des ebenfalls undeutlich erkennbaren Dreiecksgiebels sind weitere Dekorationselemente in Resten zu sehen: Die gelbe Säule reicht, wie schon erwähnt, oberhalb des Gebälks weiter in die Höhe hinauf. Sie trägt hier den vorderen Teils eines zweiten, hier in perspektivischer Verkürzung nach hinten führenden Gebälks. Dieses stösst an die eindeutig als zurückversetzte und wieder von einem Gebälk gekrönte Wand eines zweiten Stockwerks der Ädikula. Dieses Gebälk ist am oberen Teil mit einer Filigranbordüre verziert. Eine doppelte Linie fasst die Bordüre am unteren, eine einfache am oberen Rand. Das Muster ist einfach: Senkrecht gemalte Striche teilen das Band in regelmässige Quadrate. In jedem der so entstandenen Rechtecke sitzt eine sehr präzise gestaltete, vierblättrige Rosette. Die Blätter strecken sich von einem mittleren Punkt gegen die Ecken der Quadrate. Zwischen den Blättern sitzt jeweils ein weiterer Punkt. Unterhalb der 0.035 m breiten Bordüre verläuft, auch waagerecht, ein unbestimmbares, ca. 0.018 m breites Band - es könnte der Rest einer in leichter Unteransicht dargestellten Decke sein. Von dem nach hinten führenden Gebälk, gleichsam von der rechten Seitenwand des oberen Stockwerks spannt sich oberhalb des Dreiecksgiebels zur Wandmitte hin eine massive Blattgirlande. Ihre Farben sind nicht erhalten; die einzelnen Blätter zeichnen sich lediglich als helle Formen ab. Von der Girlande existiert heute nur die rechte Partie; wie sie in der Wandmitte gestaltet war, lässt sich nicht beurteilen. In der linkenWandhälfte, in der die Wandputze und die Malerei nicht die genügende Höhe erreichen, fehlt jegliche Spur der Girlande. Wir dürfen aber annehmen, dass sie identisch mit derjenigen der rechten Partie gewesen ist.
Anstelle des ausgeschnittenen Mittelbildes mit der Abbildung der Danae und der Fischer sitzt eine moderne Zementflickung. Die ursprüngliche Grösse des Pinakes kann an der Wand nicht abgelesen werden, wird aber von Mau mit einer Höhe von 0.67 m und einer Breite von 0.63 m angegeben.
Linkes Seitenfeld: Wie an der N-Wand gibt es eine aus Filigranbordüren bestehende Binnenrahmung. Sie ist hier an der rechten Seite, unten und oben erhalten - ob es links im Feld, zur Peristyl-öffnung hin, auch eine Bordüre gegeben hat, lässt sich nicht sagen, da hier der Putz und die Malerei fehlen. (An der N-Wand haben die Seitenfelder jedoch nur eine seitliche Bordürenrahmung, und auch an dieser Wand hat das in voller Breite erhaltene rechte Seitenfeld bloss eine vertikal verlaufende Bordüre) Die Muster der unteren und der seitlichen Bordüre sind mit denjenigen der N-Wand identisch, in der schlecht erhaltenen oberen scheint es dasselbe wie im unteren zu sein. Die in den Ecken entstandenen kleinen rechteckigen Felder sind, anders als an der N-Wand, mit einem abweichenden Ornament dekoriert: In der Mitte sitzt eine aus einem mittleren Punkt, einem umgebenden Kreis und weiteren, um den Kreis verteilten Punkten bestehende Rosette, und die vier Ecken des Feldes sind segmentförmig abgeschnitten.
Die grün gerahmte Tafel, die zwischen dem Sockelgesims und der unteren Bordüre sitzt, kennen wir bereits von der N-Wand. Sie tritt in identischer Gestaltung auch im rechten Seitenfeld auf. Eine ähnliche, etwas kleinere Tafel befindet sich über der Mitte der oberen Bordüre. Sie scheint auch einen von weissen Linien gefassten grünen Rahmen gehabt zu haben, und zeigt in der Mitte ein gelbgemaltes Ornament: Ein schalenförmiges Gebilde ruht auf einem hohen Fuss, der sich unten teilt, und eine aus den zwei spiralenförmig nach innen gerollten Enden bestehende Basis bildet. Von der Schale hängen kleine Bänder seitlich nach unten, und aus ihrer Mitte ragt ein volutenbekröntes Stäbchen hoch. Die Tafel ist mit dem 0.025 m starken Rahmen 0.19 m hoch und 0.155 m breit.
Oberhalb der rechten Ecke der Bordürenrahmung sitzt, wie ein goldener Akroter, ein in Gelb gemaltes, spiralenförmig gestaltetes, vegetabiles Ornament. Aus seinem Hauptzweig wachsen weitere kleine, auch eingerollte Stiele, und oben schliesst das Gebilde in einer einfachen Palmette.
Von dem Tondo, den es auch in der Mitte dieses Feldes gegeben hat, ist lediglich eine kleine Partie des Rahmens an der linken Seite erhalten. (Vgl. Mau,69)
Der obere Mittelzonenabschnitt dieses Seitenfeldes hat ausser der roten Grundfarbe keine Dekorationselemente behalten.
Rechtes Seitenfeld: Dieses Feld ist derartig beschädigt, dass im Vergleich mit dem Linken kaum neue Informationen gewonnen werden können. Die wenigen Reste sprechen dafür, dass es identisch dekoriert gewesen ist. Ein schmaler Eckstreifen, heute unbestimmbarer Farbe schliesst das Feld rechts ab. Es gibt lediglich im oberen Abschnitt einige wenige Details, die hier besser erhalten sind, als im linken Feld. Der Dreiecksgiebel ragt - etwas unlogisch? - neben der gelben Säule weiter zur Seite aus, und endet in ein perspektivisch wohl unstimmiges Dreieck. Weiter oben, neben der massiven Blattgirlande des Mittelfeldes, aber natürlich an der anderen Seite der gelben Säule, sitzt ein Rest wahrscheinlich einer Filigranbordüre, deren Muster aber nicht zu deuten ist.
O-Wand.
Das Dekorationsschema dieser stark beschädigten Wand scheint demjenigen der W-Wand zu entsprechen. Der wesentliche Unterschied besteht darin, dass hier die Tür zum tricliniump die rechte Partie der Sockelzone und einen Teil der Mittelzone durchbricht. Die Abschnitte östlich und oberhalb dieser Tür sind heute ohne Putz- und Malereireste. Somit ist von dem rechten Seitenfeld so gut wie gar nichts erhalten. Das linke trägt lediglich bis zur maximalen Höhe von 1.48 m oberhalb des Sockelgesimses, und hier grösstenteils in einem schmalen Streifen, Fragmente der Dekoration. Nur die mittlere Wandpartie, welche eine maximale Höhe von ca. 3.70 m über dem antiken Fussboden erreicht, erlaubt es, Dekorations-Abschnitte und-Elemente zu identifizieren, die an den übrigen beiden Wänden der exedra nicht mehr zu sehen sind.
Sockelzone: Die nördliche und die mittlere Partie wiederholen das Schema der N-Wand. Die Tür zu Raum p durchbricht die Wand 0.21 m rechts (S) des rotgerahmten Feldes mit dem hier schlecht erhaltenen Flügelwesen. Wie die Abschnitte zwischen dem rechten roten Rahmen und der Tür dekoriert waren, kann nicht mehr erkannt werden. Gleiches gilt auch für das 0.42 m breite Wandstück zwischen der Tür und der Öffnung zum Peristyl i, an dem auch keine Putzreste erhalten sind. Das linke der rotgerahmten Felder war ebenfalls mit einem Flügelwesen ausgestattet. Es könnte sich dabei um einen Greifen oder einen Schwan handeln.
Mittelzone: In dieser Zone sind die beiden Seitenfelder schlecht bis gar nicht erhalten, und liefern keine neuen Hinweise, welche die Vorstellung der übrigen Mittelzonen-Seitenfelder des Raumes ergänzen könnten.
Das Mittelfeld entspricht in der Anlage demjenigen der gegenüberliegenden W-Wand. Die an der W-Wand fehlenden Partien der schlanken Kandelaber links und rechts des Mittelbildes sind hier wie Schattenformen zu sehen: In 0.98 m Höhe oberhalb des auch hier unbestimmbaren Sockelgesimses befindet sich ein Ornament, das aus einem locker um den Kandelaberschaft gewickelten Band oder Draht besteht. Die unteren und oberen Enden laufen seitlich in weichen Wellenlinien aus. Die beiden runden Verzierungen, die weiter oben sitzen, sind auch hier vorhanden: Es sieht so aus, als handele es sich um kleine Blattkränze oder Blütenkelche. Der kleine Singvogel am Rand der tellerförmigen Kandelaberbekrönung läst sich links erraten, rechts ist diese Partie beschädigt.
Der Abschnitt oberhalb des Dreieckgiebels - der Giebel selbst ist, wie auch das tragende Gebälk in weit schlechterem Zustand als an der W-Wand - ergänzt den bisherigen Gesamteindruck der Wanddekorationen: An zentraler Stelle, gleich oberhalb der mittleren Partie des Giebels sitzt ein bordürengerahmtes Feld in der Form eines stehenden Rechtecks von ca. 0.60 m Höhe und 0.40 m Breite. Die an der W-Wand beobachtete, dicht gebundene Blattgirlande scheint dieses Feld zu durchqueren, und wird in der Mitte von einem undeutlich sichtbaren Ständer gestützt. Der obere, ca. 0.12 m hohe Abschnitt dieses gerahmten Feldes wird von einem horizontal verlaufenden Band vom unteren getrennt. Das so entstandene obere Feld mit der Form eines liegenden Rechtecks enthält die Abbildung zweier parataktisch gemalten Delfine mit den Köpfen zur Wandmitte hin. Die Muster der Filigranbänder, welche die beiden Felder rahmen, sind heute nicht bestimmbar. Auf dem oberen Rand des rechteckigen Feldes steht eine kleine Figur. Es könnte, wegen der beiderseits sichtbaren Flügel und des rundlichen Körperbaus ein kindlicher Eros in der Frontalansicht sein. Die oberen Felderecken tragen kleine volutenförmige Akrotere. Eine weitere Figur, die gänzlich unbestimmbar ist, könnte sich zwischen dem Eroten und dem rechten Akroter befunden haben.
Das waagerecht verlaufende Band, welches das stehende Rechteck unterteilt, setzt sich seitlich fort. Über den seitlichen Abschnitten läuft die horizontale Filigranbordüre, die auch an der N-Wand in einem kleinen Teil beobachtet wurde. Das aus in Quadraten eingeschriebenen Rosetten bestehende Muster ist an der N-Wand besser erhalten.
Von dem Stuckfries und der darüber gemalten Oberzone sind, wie an der N-Wand, keine Reste zu sehen.
Dunkle Flecken an drei Stellen in 0.45 m - 0.72 m Höhe von dem Sockelgesims aus sind Beschädigungen, nicht Farbreste.
Mittelbilder:
Das Bild der N-Wand ist verhältnismässig gut erhalten. Die mittlere Partie fehlt zwar gänzlich, und wurde durch eine moderne Zementflickung ersetzt; dasselbe trifft für eine Partie etwa in der oberen linken Ecke zu. Die Oberfläche ist ausserdem an den meisten Stellen mehr oder weniger stark verrieben, wodurch Farben und manchmal auch Umrisse der Figuren verlorengegangen sind. Der Hintergrund - wohl eine Landschaft - ist gänzlich unleserlich.
In der Mitte befindet sich das Götterpaar. Venus sitzt mit ausgestrecktem linken Bein, dem rechten Knie angewinkelt. Der Oberkörper und der linke Arm fehlen, deutlich zeigt sich aber der über ihrem Kopf gebogene rechte Arm. Mit der rechten Hand berührt sie die Haare des hinter ihr sitzenden Mars. Sie dreht den Kopf leicht zu ihrer linken und lehnt ihn an die rechte Schulter des Gottes, jedoch ohne ihn anzublicken. Ihr Kopf ist klein und rundlich, die Augen weit offen, die schwarzen Haare kurz und gelockt. Der Unterkörper wird von einem durchsichtigen roten Gewand umhüllt, durch welches der Umriss des linken Beines und der Oberschenkel sich deutlich abzeichnen. Der grüne Schleier, mit dem ihr Oberkörper wahrscheinlich bedeckt war - diese Partie fehlt - wird von Mars gelüpft, der dessen einen Zipfel in seiner rechten Hand hält. Venus ist mit einem goldenen Diadem und Armreifen geschmückt. Von dem hinter ihr sitzenden Mars sind Teile der Beine, eine kleine Partie seiner linken Schulter, Hals, Kopf, und der ausgestreckte rechte Arm, sowie die Hand, mit welcher er Venus Schleier fasst, noch gut erhalten. Während Venus das linke Bein gegen die linke untere Ecke des Bildes ausstreckt, wodurch ihr Unterkörper in der Dreiviertelansicht dargestellt wird, lässt Mars das linke Bein frei nach links baumeln. Sein rechter, in der Frontalansicht abgebildeter Fuss, ruht auf einem Stein. Wie Venus, hat auch er einen verhältnismässig kleinen Kopf und dunkles, lockiges Haar. Sein Gesicht hat eine eher dreieckige Form mit schmalen Wangen und einer breiteren Partie zwischen den Schläfen. Sein Unterkörper ist in einem hellgelben Mantel gehüllt, der in Falten von seiner linken Schulter fällt.
Kräftige Licht- und Schattenffekte treten an den Gesichtern und übrigen nackt wiedergebenen Körperteilen der beiden Gottheiten auf. Die Umrisse der Füsse und der Hand des Mars, sowie auch des hochgehobenen Armes der Venus sind in ziemlich kräftigen Rottönen gemalt.
Umgeben wird das Götterpaar von vier Eroten. Einer sitzt vorne in der Bildfläche zwischen den Beinen der beiden Hauptpersonen. Er wird in der Profilansicht, mit dem linken, hinteren Bein angewinkelt, aber mit dem Gesicht dem Bildbetrachter zugewendet, dargestellt. Er hat grüne Flügel auf dem Rücken, ist sonst nackt. Zwischen den ausgestreckten Händen hält er Mars Helm, der sich mit Wangenklappen und Helmbusch deutlich gegen den Hintergrund abzeichnet. Im, vom Bildbetrachter aus gesehen, rechten Abschnitt des Gemäldes, wohl auf einem nicht mehr identifizierbaren Hügel oder Felsvorsprung steht in der Frontalansicht und mit leicht gespreizten Beinen, den Kopf etwas zu seiner Rechten gewendet, der Zweite der vier Eroten. Er hält in seinen beiden, vor dem Oberkörper gelegten Händen den Speer des Gottes, den er vor seinem linken Fuss an die Erde abstützt. Reste der grünen Flügel sind hinter seinen Schultern zu sehen. Die Farbe seiner Haare lässt sich heute nicht bestimmen, da sich sowohl helle als auch dunkle Partien zeigen. Sonst ist diese Figur ist in der Malerei sehr gut erhalten: Die Plastizität wird durch starke Schatten und aufgesetzte Glanzlichter deutlich hervorgehoben. Der dritte, heute schlecht erhaltene Eros befindet sich hoch oben in der linken Bildecke. Seine Körperhaltung ist undeutlich, er scheint jedoch das rechte Bein mit angewinkeltem Knie hochzustellen; vielleicht ist er sitzend mit beiden Beinen angezogen dargestellt. Sein Kopf ist rund, er scheint, anders als die übrigen Personen im Bild, blondes, gelocktes Haar zu haben. Seine Augen, die schräg nach unten auf das sitzende Paar gerichtet sind, sind jedoch, wie bei all den anderen, dunkel. Über seinen Schultern sind wenige Reste der Flügel, deren Farbe verlorengegangen ist, zu erkennen. Vor sich, auf einem oder beiden Knien liegend, hält er in den Händen Mars Schwert. Es steckt in der Scheide; der Griff, von dem an beiden Seiten ein grünes Band hinunterfällt, lässt sich noch deutlich erkennen. Rechts, weit unten im Bildfeld, wird ein weiteres Attribut des Kriegsgottes wiedergegeben: Hier steht, in leichter Schrägansicht, und nur zum Teil sichtbar, sein runder Schild. Er hat einen deutlich gekennzeichneten, durch zwei nebeneinander laufende Linien dargestellten Rahmen. Weitere Zierate sind heute nicht erhalten. Der vierte Eros, der sich an Venus rechten Seite befindet, ist der einzige, welcher der Göttin zugeordnet werden kann. Er steht aufrecht, wird in der Seitenansicht, aber mit dem Gesicht etwas zur Seite gewendet, abgebildet. Ein grüner Flügel mit deutlich sichtbaren Schwungfedern ist noch sehr klar im Umriss zu sehen. Anders als die vorher beschriebenen Eroten, die alle nackt sind - obwohl es bei demjenigen, der Mars Schwert hält, etwas unklar ist -, trägt dieser einen kurzen Mantel, der sich hinter seinem Rücken in weichem Bogen bläht, und dessen einer Zipfel unterhalb seines rechten Knies flattert. Seine Blicke sind auf den Gegenstand gerichtet, den er in den beiden vorgestreckten Händen hält: ein halboffenes Schmuckkästchen. Hier handelt es sich also eindeutig um ein Attribut der Venus.
Der Bildgrund ist fast gänzlich verblichen. Lediglich einzelne Fragmente weisser und bräunlicher Farbtöne weisen darauf hin, dass sich die Szene, wie es bei diesem in der pompejanischen Malerei oft wiederholten Motiv auch üblich ist, im Freien abspielt.
Das Mittelbild der W-Wand fehlt, wie oben erwähnt, heute. Es befindet sich im Magazin des Nationalmuseums von Neapel.
An der O-Wand sind spärliche Reste der Malerei mit der Darstellung der verlassenen Ariadne auf Naxos erhalten. Die Grösse des Bildes, 0.63 m (B) x 0.66 m (H), ist noch ablesbar. Ein Rahmen, der, wie an der N-Wand wahrscheinlich aus zwei dunklen Streifen mit einer hellen Linie dazwischen bestanden hat, ist ca. 2.20 cm breit.
Die halb sitzende Ariadne im unteren rechten Bildabschnitt kann nur noch erahnt werden. Der Boden unter ihrem Körper ist grün, von ihrem Gewand sind rote und gelbe Farbreste erhalten. Vor ihr steht ein kleiner Eros, von dem jedoch nur noch der Umriss des rechten Beines, des Rückens und eines Flügels - alles in kräftigem Rot - zu sehen ist. Diese Partien stimmen mit der Wiedergabe Presuhns überein. Ein gelbgemaltes Ruder ragt von der linken unteren Ecke schräg in das Bild hinein. Eine undefinierbare Form im linken oberen Abschnitt könnte der Rest des ursprünglich an dieser Stelle gemalten Schiffes sein. Ausser undeutlicher blauer und grüner Partien ist heute von dem Bildmotiv sonst nichts übriggeblieben.